Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo definitivo della manovra economica 2019. Vediamo quali sono le misure più importanti: dalla pace fiscale alla quota 100, fino al reddito e alla pensione di cittadinanza, senza dimenticare le detrazioni per la casa.
Buone notizie per i bonus ristrutturazioni, ecobonus e acquisto mobili che verranno prorogati anche per il 2019. 50% su tutte le detrazioni citate e 36% su quelle del bonus giardini.
Stabilito un taglio per le pensioni d’oro, che dovrebbe portare nelle casse dello Stato un miliardo in tre anni. La misura dovrebbe essere applicata agli assegni sopra i 4500 euro. Per quanto riguarda la quota 100, invece, partirà da febbraio senza penalizzazione. Prevede una combinazione di 62 anni di età e 38 di contributi per un costo di sette miliardi.
Dovrebbe scattare in primavera l’atteso reddito di cittadinza. L’assegno da 780 euro, caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio sugli acquisti. Ci vorrebbero circa 9 miliardi, più un miliardo per rafforzare i centri per l’impiego. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di fare 8 ore settimanali di lavoro socialmente utile. Il reddito viene meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro.
Previsto un capitolo a parte per gli investimenti che vale lo 0,2% del Pil, ovvero 3,5 milardi. L’obiettivo è quello di sbloccare gli investimenti a livello locale con un alleggerimento dei vincoli sui bilanci per i Comuni, anche quelli in rosso, e una revisione della soglia per gli appalti senza gara.
Legato al decreto sicurezza, sicuramente c’è il capitolo che prevede il taglio di 1,3 miliardi in tre anni spesi per l’immigrazione, di cui 500 milioni nel 2019. Per legge i ministeri devono già operare tagli per un miliardo di euro l’anno, ma lo sforzo richiesto ora potrebbe arrivare ai 3-4 miliardi.
Capitolo importantissimo quello legato alla pace fiscale. Prevede un’aliquota del 20%per sanare i debiti di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Prevista l’opzione di dichiarazione integrativa, ma con la possibilità di far emergere fino a un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate, con un tetto di 100mila euro.
Per quanto riguarda la flat tax per i lavoratori autonomi, si parte da un forfait già esistente: 15% per i professionisti con ricavi fino a 30mila euro e per le atre categorie con ricavi fino a 50mila euro. L’obiettivo è estendere la platea ad autonomi, snc, sas e srl che optano per il regime di trasparenza.
Per le startup e le attività avviate dagli under 35 si godrà di un ulteriore sconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.