Tutto quello che bisogna fare per sfruttare l’incentivo che permette di passare all’energia green gratis.
Il DL Rilancio ha esteso l’applicazione del super bonus al 110% anche ai sistemi di accumulo e al fotovoltaico. Ciò significa che ai costi complessivi degli interventi sarà applicata una detrazione di imposta superiore alla cifra spesa. Come ben si sa, quello che rende ancora più meritevole di interesse tale misura è la possibilità di cedere il credito imposta alle banche o direttamente alle imprese ottenendo uno sconto in fattura.
Approvvigionare la propria abitazione di energia green grazie all’introduzione di pannelli fotovoltaici diventa quindi un investimento completamente gratuito per i proprietari. A differenza del vecchio Conto Energia, che prevedeva un oneroso esborso iniziale, il Superbonus al 110% permette di recuperare l’importo speso in un tempo abbastanza breve.
Come in tutte le agevolazioni, anche qui ci sono delle condizioni da rispettare pena la possibilità di dover restituire la spesa totale, accompagnata da interessi e sanzioni, a seguito dei controlli effettuati da parte dell’Agenzia delle Entrate o dell’Enea.
Sintetizziamo i principali argomenti per fare un po’ di chiarezza sull’argomento: i requisiti per ottenere il fotovoltaico gratuitamente
Per riuscire a estendere il Superbonus al 110% anche al fotovoltaico e ai sistemi di accumulo, questi lavori devono fare parte di un intervento più ampio. Infatti, possono essere trainati dagli investimenti relativi all’isolamento termico, il famigerato cappotto; alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernali con impianti più efficienti da un punto di vista energetico, come ad esempio le pompe di calore; al sisma bonus, tranne che per la zona 4 ritenuta la meno pericolosa.
Da notare inoltre, che l’impianto fotovoltaico deve assolutamente essere collegato alla rete elettrica il che esclude automatica tutti quelli ad isola. Tali regole sono valide anche per quanto riguarda i condomini. Per questi soggetti giuridici l’intervento deve infatti riguardare le parti comuni e mirare alla sostituzione degli impianti climatizzati invernali obsoleti con l’introduzione di nuovi impianti centralizzati.
Tra le novità presenti nel decreto c’è anche la possibilità di annettere ai lavori “trainanti” e fotovoltaici le colonnine per la ricarica delle auto elettriche, in modo da sfruttare l’energia solare autoprodotta.
I soggetti che possono accedere a questo beneficio sono:
Quello che importa sapere è che, in genere, deve trattarsi di un edificio domestico. Restano esclusi quindi i capannoni delle imprese e i locali aziendali in generale. L’obiettivo del Governo è di aumentare l’efficienza energetica delle abitazioni.
Il legislatore ha inoltre semplificato le cose non ammettendo più una differenza tra la prima e la seconda casa. Il Superbonus può quindi essere richiesto anche per una seconda abitazione, purché non rientri nelle categorie perennemente escluse ossia: le abitazioni signorini, le ville di categoria catastale A/8, i castelli, i palazzi di pregio artistico o storico.
L’esclusione al Superbonus
Come detto sopra, ad alcune categorie catastali è preclusa la possibilità di ottenere questo incentivo. Ma c’è un ulteriore aspetto che può ostacolare la richiesta del Superbonus anche per gli immobili contemplati dalla legge tra i papabili beneficiari.
Si tratta della presenza degli abusi edilizi, che potranno essere nascosti difficilmente a causa delle numerose verifiche e osservazioni che verranno compiute durante i lavori. Bisogna infatti considerare che il tecnico incaricato rischia veramente molto nel caso di omissioni di tali caratteristiche.
L’ impianto fotovoltaico non può superare un massimo di spesa di 2.400 euro per kilowatt. Il tetto si abbassa 1.600 euro al kilowatt quando si parla di edifici demoliti e successivamente ricostruiti. Considerando i costi medi di mercato, il parametro è facilmente rispettabile. Il massimo di spesa che può essere ammesso è di 48.000 euro che va ovviamente a sommarsi agli interventi trainanti.
Ciò significa che se ad esempio si sostituisce pianto di climatizzazione invernale e al contempo si opera l’installazione dei pannelli solari la soglia massima sarà 78.000 euro dati dalla somma di 30.000 euro del primo intervento più 48.000 del secondo.
La finestra temporale entro la quale fare richiesta ed effettuare i lavori va dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Ovviamente, non è possibile cumulare il Superbonus con altri sconti o forme di incentivo durante tutto questo periodo.
Il decreto Rilancio ha annesso i sistemi di accumulo all’interno del Superbonus al 110%. Aggiungere questo intervento risulta infatti una mossa intelligente, se non addirittura obbligata, se si considera che gli scambi sul posto non vengono visti come incentivo e quindi risultano incompatibili con il Superbonus.
Il vantaggio vero e proprio percepibile nell’immediato è il risparmio che si ottiene sulla bolletta. Il sistema di accumulo permette un’ indipendenza energetica pari al massimo al 80%, mentre avvalendosi delle comunità energetiche già attive si può raggiungere persino il100%.
Quindi, per far sì che anche lo storage fotovoltaico rientri nell’ incentivo è necessario considerare che la detrazione per gli accumuli hanno le medesime condizioni i medesimi limiti di spesa del fotovoltaico.
Un chiarimento dell’Agenzia delle Entrate ha specificato che il tetto massimo di spesa sull’impianto dei pannelli solari può essere sommato in egual misura con la spesa per i sistemi di accumulo. Ciò vuol dire che per entrambi gli interventi si arriva ad un tetto di spesa di 96.000 euro suddiviso in 48+48.