Con la conversione in legge del decreto Sostegni si ufficializzano le misure per i giovani under 36 per l’acquisto della prima casa, in particolare l’abolizione di alcune tasse e imposte e il mutuo garantito all’80% della quota capitale.
In particolare:
Per accedere al mutuo prima casa under 36 attraverso l’accesso al Fondo Consap esteso dal decreto Sostegni bis, i requisiti sono i seguenti:
“La misura sul mutuo prima casa per i giovani costituisce in definitiva una estensione della garanzia statale del fondo Consap, – spiega Stefano Grassi, presidente di Affida. – Si tratta quindi di una situazione assolutamente migliorativa, perché si estende del 30% la garanzia statale, attualmente al 50%, abolendo inoltre le imposte sul mutuo e rendendo così più agevole l’accesso al finanziamento da parte dei giovani e l’erogazione da parte delle banche”.
Come gli operatori finanziari giudicano la garanzia statale sui mutui?
“Molto positivamente: già la sola garanzia Consap ha fatto crescere molto il mercato, al punto che l’attività degli intermediari finanziari non si è mai fermata nemmeno con la pandemia. Anzi, quando alla fine dello scorso anno un errore nella redazione del Dpcm ha inibito per tre mesi l’accesso al fondo Consap ad alcune categorie di persone abbiamo visto letteralmente il panico: un grandissimo numero di operazioni avviate rischiava di saltare e si è vista davvero l’importanza della garanzia statale nel farle andare a buon fine. Per fortuna con l’approvazione del Dpcm successivo tutto è ripreso normalmente”.
Quali saranno gli effetti sul mercato allora dei mutui di Draghi per i giovani?
Visto che i benefici della garanzia statale vengono di fatto estesi, il mercato non potrà che accogliere molto bene questa iniziativa. Il mercato immobiliare e le erogazioni bancarie anche così, con un pil in calo dell’8,9% nel 2020, hanno retto bene l’urto della pandemia. Sono fiducioso che questa agevolazione, unita ai bonus, nei prossimi due o tre anni porteranno una crescita verticale del mercato.
Cosa rispondere a chi sostiene che la garanzia sui mutui per gli under 36 sia più per i genitori che per i figli?
Questo ragionamento mi sembra un po’ forzato. Nel nostro Paese le famiglie hanno sempre aiutato economicamente i figli: ora abbiamo la possibilità di accelerare il momento in cui i ragazzi possono avere una casa propria e iniziare a pianificare il resto del proprio futuro, cosa che spesso non è possibile con la preoccupazione di non potersi permettere di andare a vivere da soli. Non so come questa possa essere una cosa negativa.
Quali altre iniziative si potrebbero aggiungere per migliorare il mercato?
Il tema è sempre quello dei contratti precari che penalizzano l’erogazione dei finanziamenti da parte delle banche. Se si respingono le richieste di finanziamento è perché la banca non si fida di contratti non solidi. Il fondo Gasparrini dà un contributo, ma non tutti hanno i requisiti per accedervi. Certo, a questo punto intervengono i consulenti per cercare di trovare garanzie alternative in modo che le richieste di finanziamento possano essere comunque soddisfatte. Una situazione che con la pandemia è stata particolarmente presente perché, con la difficoltà di entrare in banca, si sono moltiplicate le consulenze da remoto, con un aumento molto importante del ricorso ai mediatori del credito.
Come fare per aiutare la solidità contrattuale dei giovani?
Si potrebbe pensare a iniziative strutturali per dare maggiore sicurezza alle banche anche nel finanziare le imprese. Perché i giovani comprano casa se hanno un lavoro stabile, il lavoro stabile c’è se le aziende crescono, e le aziende crescono se hanno finanziamenti. I quali a loro volta vengono erogati più volentieri se esistono maggiori garanzie. Quindi si spera che le iniziative come la garanzia Mcc per le aziende, introdotte come misura per la pandemia, diventino strutturali. Altro aspetto su cui intervenire è la digitalizzazione, che è già un pilastro del Recovery plan, ma nel settore dei finanziamenti aiuterebbe particolarmente. La burocrazia è ancora tale da ritardare anche di mesi una operazione, il che può far perdere delle occasioni di investimento e di crescita.